Messaggio di Pasqua della nostra Direttrice

L’arrivo della Pasqua costituisce per molti di noi un momento di riflessione e introspezione che offre la possibilità di staccarci temporaneamente dalla frenesia dei nostri giorni e porta a interrogarci sul senso più intimo e vero del valore di questo momento di scambio reciproco e di solidarietà.  Un sentimento che non può non farci pensare alla situazione in Ucraina dove, per il secondo anno consecutivo, questa festività sarà celebrata sotto l’assordante rumore dei combattimenti, nella paura di un presente e un futuro avvolto da un conflitto del quale non si vede la fine. Richiamando l’incubo di un altro Paese destabilizzato da un conflitto che dura da 12 anni, la Siria, dove la grave situazione di crisi protratta, unita ai danni causati dal terremoto, sta provocando una crisi economica, sociale e umanitaria senza paragoni.

Sebbene in molti territori del mondo la Pasqua non appartenga alle tradizioni religiose e culturali locali, non possiamo ignorare che molti trascorreranno questo periodo attraverso le pericolose rotte migratorie che collegano l’Africa all’Europa, tentando di oltrepassare i confini che separano l’America meridionale da quella settentrionale, negli affollati centri di accoglienza, negli alloggi di fortuna nei campi profughi, se non nei pericolosi centri libici.

In questa Pasqua di resurrezione, sentiamo con forza la necessità di rinnovare la resilienza e la speranza di orizzonti di pace nel nostro spirito e in quello di chi si trova a vivere in condizioni di vita inimmaginabili. La rinascita diventa speranza e, al tempo stesso, certezza che dalle ceneri possa tornare la luce.

Abbiamo bisogno di luce negli angoli di questo mondo dove è calato il buio, nei territori dimenticati, dove intere comunità hanno difficoltà a sfamare i propri figli malnutriti e ammalati, dove ragazze e donne vengono rapite, violentate e uccise, dove si viene privati della propria cittadinanza e dei più basilari diritti a seconda della comunità di appartenenza.

Non possiamo tollerare che questo possa continuare in un mondo in cui tutto è interconnesso, raggiungibile, palpabile, dove ogni merce può spostarsi ma dove non può farlo ogni essere umano, costretto a vivere dove si fa fatica a definire “vita” la propria esistenza.

C’è bisogno di sostituire l’odio con l’amore, la distruzione con la costruzione, la guerra fratricida con la solidarietà tra esseri umani.

La mia riflessione, in occasione della Pasqua, è soltanto un piccolo contributo che intende dare voce a chi non ne ha, una preghiera affinché le tenebre della guerra, della povertà e della violenza possano lasciare spazio alla luce, un invito affinché ciascuno di noi possa contribuire, con piccole e con grandi azioni, a costruire un mondo migliore.

Buona Pasqua a tutti noi!

Regina Catrambone, Cofondatrice e Direttrice di MOAS

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