Per MOAS, l’organizzazione umanitaria internazionale che ha salvato più di 62.000 vite sul fronte ucraino, questo è un momento di “agire o morire”.
Per quasi tre anni, i medici – esclusivamente ucraini – dell’organizzazione hanno evacuato – e tenuto in vita – i soldati feriti più gravi in questo devastante conflitto.
Ora, con i fondi quasi esauriti, una delle più importanti operazioni di salvataggio in Ucraina è sull’orlo dell’estinzione.
I costi mensili per la squadra di 150 medici, che lavorano in 50 ambulanze all’avanguardia, ammontano a 1 milione di dollari, cifra che equivale al prezzo di un missile Storm Shadow.
In assenza di ulteriori aiuti, MOAS potrà continuare a evacuare i soldati feriti dal fronte solo fino alla fine di quest’anno. Mancano i finanziamenti necessari per andare avanti nel 2025.
MOAS sta ora contattando urgentemente tutti i suoi donatori in Nord America e in Europa per continuare a portare avanti l’operazione umanitaria.
“Stiamo in trattativa con il governo britannico che speriamo vivamente dia i suoi frutti”, ha detto Christopher Catrambone, fondatore di MOAS, che si trova a Kiev dall’inizio dell’invasione su larga scala da parte della Russia.
“I fatti sono semplici. Se dovessimo interrompere la nostra operazione, un numero enorme di soldati ucraini morirebbe”. Secondo le parole di un generale ucraino, sarebbe una catastrofe totale. Il lavoro è in sovraccarico e, al fronte, nessuno sarebbe in grado di condurre le operazioni che portiamo avanti noi, nemmeno qualsiasi altra ONG in Ucraina. Ecco perché oggi lanciamo questo appello urgente di sostegno. È il nostro ultimo lancio di dadi, si tratta di agire o morire”.