Bisogno urgente, impatto immediato / 1 – Aiuta MOAS a fornire aiuti vitali in Yemen, Somalia, Sudan e Siria/Turchia

È ben noto – purtroppo – che due terribili crisi umanitarie sono attualmente in corso in Ucraina e in Medio Oriente, dove un numero sempre più drammatico di civili – di cui molti bambini – è vittima del conflitto. Allo stesso tempo, però, non è ugualmente noto che in altre aree del mondo sono in corso emergenze umanitarie altrettanto gravi di cui MOAS ha deciso di occuparsi non appena ha avuto le risorse per farlo. Si parla di Yemen, Somalia, Sudan e Siria/Turchia.

L’obiettivo di questo blog è quello di mostrare – in modo semplice ma chiaro – qual è la situazione in questi Paesi e come supportare il lavoro di assistenza umanitaria – attraverso la distribuzione di aiuti alimentari e medici – in occasione del Giving Tuesday.

Che cosa sta succedendo in questi Paesi? Facciamo chiarezza

Quelli sopra citati sono quattro Paesi diversi, con usi e costumi diversi, situati in varie regioni del mondo che vanno dal Nord Africa (Sudan) al Medio Oriente (Yemen, Siria, Turchia), al Corno d’Africa (Somalia). Ciononostante, condividono una storia molto simile dato che tutti sono minacciati da due principali crisi. La prima consiste nella situazione di guerra civile, risultato del violento tentativo di diversi attori statali e non statali di assumere il controllo del Paese. La seconda è rappresentata dal cambiamento climatico, i cui effetti – tra cui la desertificazione, che ha un impatto molto dannoso sulla sicurezza alimentare e idrica – mettono a rischio zone che erano aride già da prima che il riscaldamento globale iniziasse a essere avvertito.  E le vittime sono prima di tutto gli innocenti: i civili, fra cui molti bambini.

Perché il lavoro di MOAS è cruciale

Uno dei nostri blog recentemente pubblicati mostra quanto sia grave la situazione umanitaria: anche se “agricoltori in tutto il mondo producono quantità di cibo superiori al fabbisogno dell’intera popolazione globale, purtroppo la fame persiste” (FAO). Di conseguenza, oltre 2,33 miliardi di persone dovranno affrontare un’insicurezza alimentare da moderata a grave nel 2023 (OMS), di cui 3,4 milioni in Somalia (World Food Programme), 17 milioni in Yemen (Banca Mondiale), 12,9 milioni in Siria (World Food Programme) e 25,6 milioni in Sudan (UNICEF). Questi numeri drammatici derivano dalla realtà precedentemente descritta, ovvero dalla doppia minaccia rappresentata dal conflitto interno e dai fenomeni meteorologici estremi.

Come dimenticare, ad esempio, il terribile terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la Turchia e la Siria il 6 febbraio 2023, causando più di 50.000 vittime in totale e provocando 3,3 milioni di senzatetto in Turchia e 352 famiglie rifugiate siriane?

MOAS, di fronte a questo numero di sfollati e di persone colpite dalla fame, non poteva rimanere indifferente. Così, partendo dallo Yemen nel 2019, abbiamo avviato le #MissionsOfHope in queste aree del mondo per non lasciare soli i più vulnerabili. Abbiamo così iniziato a consegnare loro aiuti aimentari e medici, sempre in collaborazione con i nostri partner, ovvero Malteser International (in Siria/Turchia), Edesia (in Yemen, Somalia e Sudan), Medeor (in Yemen e Sudan), International Medical Corps (in Somalia), Adra (in Yemen e Sudan), UNHCR (in Sudan).

Il nostro impatto

Ad oggi, MOAS ha fornito 250 tonnellate di aiuti alimentari e prodotti sanitari allo Yemen per un valore di 325.000 euro; 130 tonnellate di aiuti alimentari alla Somalia; 52 tonnellate di aiuti alimentari al Sudan. Si tratta, nello specifico, di alimenti terapeutici pronti all’uso (RUTF) e di alimenti integrativi pronti all’uso (RUSF), che fanno parte di un programma finalizzato al trattamento della malnutrizione nei bambini e nelle donne in allattamento. Inoltre, in risposta al devastante terremoto del 6 febbraio 2023, abbiamo collaborato con Malteser International per distribuire 355 kit igienici a 352 famiglie di rifugiati siriani nel campo di Aslani (Turchia).

Colmare una lacuna

La nostra squadra si reca dove gli altri hanno paura di andare”. Queste le parole di Christopher Catrambone, fondatore di MOAS, a proposito della capacità di colmare le lacune. “Spinta dall’innovazione e dall’efficienza, MOAS propone modalità di lavoro reputate impossibili e accede a settori che altre organizzazioni considerano troppo rischiosi” (ibid.). Queste dichiarazioni riflettono perfettamente le nostre missioni in Medio Oriente, Africa e Corno d’Africa, poiché lavoriamo per raggiungere le comunità più vulnerabili in zone del mondo particolarmente rischiose sul piano della sicurezza (a causa di conflitti in corso o di climi estremi).

Perché è importante donare durante il Giving Tuesday

Quando a Christopher Catrambone è stato chiesto quale fosse la priorità per MOAS, ha risposto con una sola parola: fondi. Le missioni dell’organizzazione in queste aree critiche del mondo sono molto costose, ed è per questo che lavoriamo ogni giorno per ricevere un sostegno finanziario. Dopotutto, maggiori sono le risorse, maggiori saranno gli aiuti erogati e le vite salvate. Diversamente, non saremmo in grado di continuare a rispondere alle crisi umanitarie che colpiscono la vita dei civili, tra cui i bambini. In questo Giving Tuesday, il tuo contributo può avere un impatto concreto: donando, sostieni direttamente l’eccezionale lavoro che viene svolto ogni giorno in condizioni estreme.

Unisciti a noi in questo Giving Tuesday – Considerazioni finali

Il lavoro di MOAS in Yemen, Somalia, Sudan e Siria ha avuto, e ha tuttora, un impatto molto positivo su migliaia di vite. Fornendo aiuti alimentari e medici, non solo salviamo vite umane, ma offriamo anche la speranza di un futuro migliore, soprattutto ai più giovani. In occasione del Giving Tuesday, ti invitiamo a considerare la possibilità di fare una donazione a MOAS per aiutarci a continuare questo lavoro di importanza vitale.

 

Il team MOAS è a disposizione per condividere ulteriori informazioni o rispondere a qualsiasi domanda relativa al nostro lavoro. Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato o invia un’e-mail [email protected] per saperne di più.

 

                                     

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