Sono passati nove anni dal 25 agosto 2014, giorno in cui, per la prima volta nella storia, un’iniziativa privata di Ricerca e Soccorso faceva rotta nel Mediterraneo centrale per salvare le persone migranti che rischiavano di perdere la vita durante il disperato tentativo di raggiungere l’Europa.
Il MOAS era stato fondato l’anno precedente, esattamente dieci anni fa, quando a seguito del terribile naufragio avvenuto a Lampedusa, Christopher, con il supporto della sua famiglia, Regina e Maria Luisa, aveva deciso di usare le proprie risorse e i propri talenti per evitare la perdita di ulteriori vite umane. 40.000 sono stati i bambini, le donne e gli uomini che sono stati salvati da MOAS nel Mediterraneo centrale e nell’Egeo tra il 2014 e il 2017.
A distanza di 10 anni, purtroppo, nulla è cambiato. Si muore ancora nel Mediterraneo e la questione migratoria continua a essere affrontata attraverso politiche emergenziali, esternalizzando i confini dell’UE verso gli Stati limitrofi.
In questi anni non ci siamo stancati di portare avanti, insieme a tutti voi, la campagna per l’implementazione di #VieSicureELegali che permetterebbero percorsi migratori sicuri evitando di lasciare le persone migranti in mano ai trafficanti di essere umani.
Grazie a tutti voi abbiamo anche rivolto lo sguardo verso altre aree del globo. Abbiamo curato 90.000 bambini, donne e uomini rifugiati Rohingya e appartenenti alla popolazione locale nelle nostre Aid Stations nei campi profughi del Bangladesh. Grazie al supporto e al coordinamento delle organizzazioni internazionali presenti sul territorio e dei partners locali, abbiamo fornito a più di 6.000 volontari corsi di formazione e attrezzature per la sicurezza in acqua, in modo che le persone siano ben preparate ad affrontare gli annegamenti nei campi, e corsi per la sicurezza e la prevenzione in caso di incendi a oltre 2.000 volontari.
Insieme siamo riusciti a consegnare alimenti terapeutici salvavita e farmaci contro la malnutrizione ai bambini vulnerabili dello Yemen e della Somalia.
Dal mese di febbraio del 2022 a oggi non ci siamo mai fermati in Ucraina, dove i nostri team medici continuano a essere in prima linea per curare e salvare le persone ferite dalle violenze del conflitto grazie al nostro Mobile Medical Team, le ambulanze e le Mobil Medical Unit.
In questi anni insieme molto abbiamo fatto per le persone migranti e rifugiate che vivono a Malta, fornendo assistenza per le sfide che si trovano ad affrontare nella loro vita quotidiana, piccole o grandi che siano, attraverso diversi progetti che vanno dalle iniziative educative all’integrazione e all’assistenza ospedaliera.
Negli ultimi mesi, l’intensificarsi degli scontri armati in Sudan, ha esacerbato le sofferenze di milioni di persone già colpite da siccità, eventi climatici estremi e carestia. L’accesso ai servizi essenziali e agli aiuti umanitari è diventato ancora più difficile per le popolazioni vulnerabili che risiedono nelle regioni colpite dal conflitto e per gli sfollati interni. Per questo motivo MOAS ha avviato la sua prima missione umanitaria in Sudan che mira ad alleviare le ripercussioni di questo conflitto devastante e ad affrontare le esigenze primarie, mediche e nutrizionali della popolazione. Insieme, ancora una volta, potremo fare la differenza.
Grazie al nostro team, ai donatori e ai sostenitori, in questi nove anni ci siamo presi cura delle persone più vulnerabili, siamo diventati una grande famiglia che aiuta altre famiglie. Ma c’è ancora tanta strada da fare per portare speranza a chi ne ha più bisogno. Ci auguriamo di percorrerla insieme a voi.