Come la mancanza di acqua potabile influisce sui flussi migratori

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita per sottolineare l’importanza dell’acqua potabile e la necessità di affrontare la crisi dei servizi igienici. L’accesso all’acqua è uno dei diritti umani fondamentali, ma molte persone in tutto il mondo stanno ancora lottando per assicurarsi questa risorsa primaria. A causa dell’aumento del rischio di cambiamenti irreversibili nei modelli di precipitazione dovuti alla crisi climatica, le popolazioni che tradizionalmente si affidano al ciclo naturale dell’acqua stanno diventando più vulnerabili. Nell’Africa subsahariana, ad esempio, la mancanza d’acqua è un importante fattore di spinta alla migrazione.

Le Nazioni Unite stimano che entro il 2025 la metà della popolazione mondiale vivrà in aree con scarsità d’acqua. In molti Paesi dell’Africa subsahariana, questa realtà è già un dato di fatto. Secondo l’OCSE, oltre il 40% della popolazione in queste aree non ha accesso all’acqua potabile.

La mancanza di accesso all’acqua dolce non è solo un problema di salute, ma influisce anche sul benessere economico e sociale di individui e comunità. L’impatto dei cambiamenti climatici sull’approvvigionamento di acqua potabile si ripercuoterà sia sul benessere delle persone che sulla produzione alimentare. Nei paesi in cui l’agricoltura è una parte fondamentale dell’economia, la scarsità d’acqua può portare a perdita di raccolti e di reddito. Ciò diventerà particolarmente significativo per le comunità il cui sostentamento è strettamente legato all’andamento delle precipitazioni locali. Inoltre, può anche causare conflitti per l’accesso alle risorse idriche ed esacerbare le tensioni sociali esistenti.

Un esempio di come la scarsità d’acqua abbia un impatto sulla migrazione è rappresentato dall’Etiopia, Paese dell’Africa orientale. Secondo il Centro di Monitoraggio per le Persone Sfollate (IDMC), nel 2019, oltre 1,4 milioni di persone hanno subito lo sfollamento a causa di eventi legati all’acqua, come inondazioni e siccità. Lo sfollamento ha spesso carattere temporaneo: gli individui si spostano verso le aree urbane o i Paesi limitrofi in cerca di acqua e cibo.

In Nigeria, il Paese più popoloso dell’Africa, la scarsità di acqua potabile ha causato anche problemi di salute e migrazioni. Il settore nigeriano dell’Acqua, dei Servizi Igienici e Sanitari (WASH) è stato dichiarato in stato di emergenza nel 2018, con una stima di 60 milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Questa carenza ha portato alla diffusione di malattie e all’aumento della migrazione verso le aree urbane.

L’inadeguatezza dei servizi WASH (acqua, servizi igienici e sanitari) colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze, che spesso per raccogliere l’acqua devono percorrere lunghe distanze. Questo ha ripercussioni sul benessere e sull’istruzione e aumenta la vulnerabilità alla violenza di genere. D’altro canto, un migliore accesso ai servizi WASH ha un impatto significativo sull’istruzione, dando la possibilità ai bambini di non dover impiegare la maggior parte de loro tempo a raccogliere l’acqua; inoltre riduce la diffusione di malattie che possono tenerli lontani da scuola e contribuisce a creare un ambiente di apprendimento più sicuro e sano.

Considerazioni finali

La mancanza di accesso all’acqua potabile è un importante fattore di spinta alla migrazione nell’Africa subsahariana. I Paesi dell’Africa orientale, come l’Etiopia e la Somalia, sono particolarmente vulnerabili alla scarsità d’acqua a causa del clima arido e della dipendenza dall’agricoltura per il sostentamento. In Nigeria, la mancanza di accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici contribuisce alla diffusione di malattie e all’aumento della migrazione verso le aree urbane. È essenziale che i governi e la comunità internazionale diano priorità agli investimenti nelle infrastrutture idriche e sostengano programmi che migliorino l’accesso all’acqua potabile, al fine di mitigare l’impatto della carenza idrica sui flussi migratori e sul benessere delle comunità.

 

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