Il 13 ottobre si celebra la Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastri, istituita dalle Nazioni Unite 34 anni fa, con lo scopo di promuovere consapevolezza e celebrare i progressi compiuti dalle persone e dalle comunità di tutto il mondo, al fine di ridurre la loro esposizione alle catastrofi e riflettere sugli sviluppi futuri.
Cos’è la riduzione del rischio di disastri
Il termine “riduzione del rischio di disastri” (DRR, dall’inglese Disaster Risk Reduction) si riferisce alle misure preventive attuate per ridurre l’impatto di una calamità sull’ambiente e sulle comunità e quindi evitare che si verifichi il disastro – corrisponde all’azione di mitigazione e preparazione. I rischi naturali come terremoti, inondazioni, siccità e cicloni, sono spesso seguiti dai disastri e la loro gravità dipende dall’impatto che essi hanno sulle comunità e sull’ambiente. Le pratiche di DRR mirano quindi a ridurre l’impatto del rischio, lavorando sulla preparazione alla gestione dell’evento stesso.
Ci sono molti modi in cui la DRR può essere implementata, ad esempio attraverso il rafforzamento dei sistemi di protezione sociale per facilitare un’assistenza tempestiva, deviando l’acqua proveniente dalle inondazioni, seminando specifiche colture resistenti alla siccità e aumentando la capacità di stoccaggio dell’acqua per mantenere l’approvvigionamento idrico in tempi di siccità.
La crescente importanza della DRR
La necessità di implementare azioni preventive e prendere atto dell’attuale emergenza è più urgente che mai, il rischio di catastrofi naturali causate da eventi atmosferici estremi, infatti, è in drastico aumento a causa del cambiamento climatico e della mancanza di un’adeguata preparazione per affrontarli. Il numero dei disastri naturali legati ad eventi atmosferici è quasi raddoppiato negli ultimi 20 anni rispetto ai 20 precedenti, e l’estate del 2023 è stata la più calda mai registrata a livello mondiale.
Anche se la comunità internazionale raggiungerà gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015 e limiterà quindi il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C – puntando a un aumento massimo pari ai 1,5°C – molte comunità subiranno comunque l’impatto di un clima in continua evoluzione. Secondo un rapporto del 2022, la popolazione mondiale esposta alle inondazioni dovrebbe aumentare del 24% nel caso di un incremento di 1,5°C delle temperature globali. Ciò significa che, mentre affrontiamo le cause del cambiamento climatico, dobbiamo anche minimizzarne gli impatti espandendo le pratiche di DRR.
DRR nei campi per rifugiati
Dal 2019 MOAS si è costruita una solida reputazione nel campo della riduzione del rischio di disastri. Operiamo nei campi profughi e forniamo corsi di formazione per la sicurezza in acqua e per la risposta agli incendi ai volontari della comunità ospitante e dei rifugiati.
I campi profughi sono particolarmente soggetti alla propagazione di disastri, a causa della loro posizione remota, delle costruzioni temporanee e sovraffollate. Inoltre, i piccoli alloggi costruiti in bamboo e la mancanza di strutture adeguate sono estremamente proni al rischio di incendi, che in un insediamento informale può colpire migliaia di persone, con conseguenze a lungo termine sulle loro condizioni di vita.
La natura temporanea dei campi profughi li rende particolarmente vulnerabili anche alle inondazioni, in quanto sprovvisti di un adeguato sistema di drenaggio. I decessi causati dai disastri legati all’acqua sono più che raddoppiati negli ultimi 10 anni. In un Paese colpito dai monsoni come il Bangladesh, l’annegamento è la principale causa di morte per i bambini e ogni anno, infatti, circa 17mila minori perdono la vita per annegamento e per la mancanza di adeguati strumenti di prevenzione.
Più di un miliardo di persone – quasi un settimo della popolazione globale – vive in baraccopoli o in campi profughi, e si prevede che nei prossimi 30 anni altri 2 miliardi di persone vivranno in questo tipo di insediamenti. Alla luce di questi numeri, è necessario che le pratiche di DRR siano implementate e ampliate nelle baraccopoli e nei campi profughi di tutto il mondo il prima possibile.
MOAS nella giornata internazionale per la riduzione del rischio dei disastri
MOAS fornisce alle organizzazioni partner assistenza tecnica e servizi di consulenza per lo sviluppo di competenze di DRR e per creare resilienza dei campi profughi. Gli esperti di MOAS hanno sviluppato una formazione specifica, idonea per questi tipi di strutture, così come strumenti creati appositamente per rispondere ai rischi posti dall’acqua e dal fuoco nei campi profughi di tutto il mondo.
Durante la formazione, i partecipanti apprendono le tecniche necessarie per gestire gli incendi e i rischi legati alle inondazioni, per salvare vite umane. MOAS fornisce throw bags (borse da lancio) e informazioni sulle tecniche di salvataggio in acqua, mentre per far fronte agli incendi si fa ricorso a serbatoi e pompe d’acqua trasportabili, e si insegna come usarli in sicurezza. Solo l’anno scorso 45 tuk-tuk sono stati trasformati in veicoli antincendio. Alla fine del 2022, abbiamo fornito a quasi 7000 volontari corsi di formazione e attrezzature per la sicurezza in acqua e più di 2500 volontari sono stati formati sulle tecniche antincendio. Tutto questo è possibile grazie al sostegno delle organizzazioni internazionali presenti sul posto e dei nostri partner locali.
Stiamo attualmente ampliando la nostra formazione per la prevenzione degli incendi all’interno della casa in modo da ridurre al minimo i rischi. I volontari saranno istruiti sulle misure di cottura sicure, comprese le misure di sicurezza domestica contro gli incendi.
Considerazioni finali
Grazie al lavoro di formazione e all’equipaggiamento che forniamo, i rifugiati e i volontari della comunità ospitante sono preparati a gestire e mitigare i danni derivati da incendi e inondazioni. MOAS si impegna a proseguire ed espandere le attività di DRR per migliorare la sicurezza e la resilienza delle persone vulnerabili in tutto il mondo.
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