La Giornata internazionale delle persone anziane viene celebrata ogni anno il 1° ottobre per aumentare la consapevolezza sui problemi che affliggono le generazioni meno giovani e le sfide che si devono affrontare quando si invecchia nel mondo di oggi. Questa è anche una grande opportunità per riflettere su come la nostra società interagisce con l’età e un promemoria per apprezzare gli anziani per il ruolo e le responsabilità che ricoprono nella società. Quest’anno MOAS esplora le sfide affrontate dalle donne anziane nel contesto della migrazione e dello sfollamento.
Il mondo sta invecchiando
Secondo le Nazioni Unite, “nei prossimi tre decenni, il numero di anziani nel mondo dovrebbe più che raddoppiare, raggiungendo oltre 1,5 miliardi di persone nel 2050. Tutte le regioni vedranno un aumento della popolazione anziana tra il 2019 e il 2050. Si prevede che l’incremento maggiore (312 milioni) si verificherà in Asia orientale e sudorientale, passando da 261 milioni del 2019 a 573 milioni nel 2050. L’aumento più rapido del numero di anziani è previsto in Nord Africa e Asia occidentale, passando da 29 milioni nel 2019 a 96 milioni nel 2050 (con un aumento del 226%). Nell’Africa subsahariana, la popolazione di età pari o superiore a 65 anni potrebbe crescere da 32 milioni nel 2019 a 101 milioni nel 2050 (+218%). Al contrario, il numero dovrebbe essere relativamente contenuto in Australia e Nuova Zelanda (+84%) e in Europa e Nord America (+48%), regioni dove la popolazione è già significativamente più anziana rispetto ad altre parti del mondo”.
Le sfide delle donne anziane rifugiate
La pandemia di COVID-19 ha esacerbato le disuguaglianze esistenti: gli ultimi tre anni hanno infatti intensificato gli impatti socioeconomici, ambientali, sanitari e climatici sulla vita delle persone anziane, in particolare donne, che costituiscono la maggioranza della popolazione non più giovane. Queste ultime devono affrontare molti ostacoli durante i periodi di crisi e sfollamento, e quelle che vivono nei campi profughi incontrano problemi tra cui isolamento sociale, solitudine, povertà, dipendenza cronica, problemi di mobilità e problemi di salute fisica e mentale, mancanza di informazioni e accesso a servizi e benefici , e il rischio di sfruttamento e abuso.
Quando le donne anziane rifugiate raggiungono un paese di destinazione, vengono spesso esposte alla mancanza di supporto linguistico. Questo fattore può aumentare il loro isolamento e ostacolare l’accesso alle informazioni e al supporto necessario. La mancanza di competenze linguistiche è particolarmente evidente tra molte donne rifugiate: le loro responsabilità familiari impediscono loro di uscire e di imparare una nuova lingua. Spesso, le donne rifugiate più anziane sperimentano una tripla discriminazione: razzismo, età e sessismo.
Nonostante le difficoltà che incontrano, le donne rifugiate anziane non devono essere considerate solo vittime passive. Esse svolgono ruoli vitali. Sono fonti di energia e risorse, e meritano diritti e servizi migliori. Un rapporto dell’UNHCR conferma che le donne rifugiate anziane sono spesso detentrici della conoscenza della comunità sui meccanismi di risposta alle emergenze. In molti paesi di origine, le donne anziane sono spesso apprezzate per la loro saggezza ed esperienza di vita e sono una fonte di consigli e sostegno per i loro figli e nipoti. Le donne anziane sostengono anche l’integrazione delle famiglie di rifugiati attraverso il loro coinvolgimento nell’assistenza all’infanzia e nelle faccende domestiche.
È importante promuovere la consapevolezza e la comprensione dei reali bisogni delle donne rifugiate anziane, al di là di qualsiasi stereotipo culturale presente in comunità specifiche. Riconoscere i contributi vitali delle donne rifugiate anziane e promuovere l’inclusione delle loro voci, prospettive e bisogni sono passi fondamentali per creare politiche in grado di offrire una risposta olistica alle sfide locali, nazionali e globali. È importante accogliere le voci delle donne anziane e mostrare la loro resilienza e il loro contributo nella società, promuovendo al contempo dialoghi politici per rafforzare la protezione dei diritti umani delle persone anziane e riconoscere il loro contributo allo sviluppo sostenibile.
Considerazioni finali
Nonostante le difficoltà, è fondamentale che i rifugiati più anziani, comprese le donne, non siano visti solo come “beneficiari passivi e bisognosi di assistenza”, poiché possono anche rappresentare risorse per la loro comunità agendo come leader, fornendo guida e consiglio, e trasmettendo cultura e competenze. In occasione di questa importante Giornata Internazionale, il MOAS riconosce la moltitudine di sfide che le donne anziane devono affrontare nei paesi di destinazione e nei campi profughi di tutto il mondo. Crediamo che le persone anziane debbano vivere i loro ultimi anni con dignità e in sicurezza e chiediamo alla comunità internazionale e ai governi nazionali di proteggere e sostenere le persone anziane – comprese le donne – in movimento, garantendo l’accesso ai servizi di base come salute, istruzione e sistemi sociali.
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