L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale della Donna come occasione per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche raggiunte. Ma anche per sottolineare le violenze e le discriminazioni che ancora oggi molte donne in tutto il mondo devono subire e combattere. Nello specifico, il tema scelto quest’anno dalle Nazioni Unite è: “DigitALL: Innovazione E Tecnologia Per L’uguaglianza Di Genere”. Questo tema riflette anche quello scelto per la prossima 67esima Sessione della Commissione sullo Status delle Donne (67th Session of the Commission on the Status of Women – CSW-67), “L’innovazione, il cambiamento tecnologico e l’educazione nell’era digitale per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze.” L’obiettivo vuole delineare l’impatto del divario digitale tra i generi e analizzare le crescenti diseguaglianze che ne derivano. In questo articolo esploreremo la questione della disparità di genere nell’accesso alla tecnologia per le donne migranti e le implicazioni che ne derivano.
Inclusione digitale tra le donne migranti
La tecnologia è diventata ormai una componente fondamentale della vita quotidiana e influenza il modo in cui le persone comunicano, lavorano e accedono alle informazioni. La pandemia di Covid-19 ha senza dubbio esacerbato questo aspetto negli ultimi anni. Tuttavia, l’accesso a tecnologia e internet non è ancora distribuito in modo uniforme e molte persone hanno difficoltà ad accedervi. Le donne migranti in particolare incontrano barriere di accesso che possono limitare la loro capacità di partecipare pienamente alla società e questo contribuisce ad un’ulteriore emarginazione. La loro mancata inclusione, inoltre, comporta costi enormi: secondo il Report delle Nazioni Unite su Women’s Gender Snapshot 2022, l’esclusione delle donne dal mondo digitale ha sottratto 1.000 miliardi di dollari al prodotto interno lordo dei Paesi a basso e medio reddito nell’ultimo decennio – una perdita che, in assenza di interventi, aumenterà a 1.500 miliardi di dollari entro il 2025.
È importante sottolineare che con inclusione digitale non ci si riferisce solo all’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ma deve essere considerato come un canale più ampio e preferenziale per migliorare le competenze, la qualità della vita, sostenere l’istruzione e promuovere il benessere economico in tutti gli elementi della società.
Le donne migranti continuano ad incontrare molti ostacoli che esacerbano la loro esclusione dalla tecnologia digitale. In primo luogo, tale circostanza genera l’innalzamento di barriere economiche: ne conseguono lavori a basso salario e mancanza di un’adeguata tutela del posto di lavoro. Inoltre, le barriere linguistiche rappresentano un’altra sfida significativa per le donne migranti che spesso non parlano la lingua del paese di accoglienza. Di conseguenza, incontrano molte difficoltà ad accedere alle informazioni online quali le offerte di lavoro, i materiali didattici, i servizi governativi e sanitari essenziali. L’accesso limitato alla tecnologia può rendere ancora più difficile per le donne migranti mantenere i propri rapporti sociali e le reti di supporto, contribuendo a creare sentimenti di isolamento e solitudine.
Progetti volti a ridurre il divario digitale per le donne migranti
Per ridurre il divario digitale delle donne migranti si possono compiere diversi passi. I governi e le organizzazioni non governative hanno già avviato progetti e programmi volti a ridurre le barriere che le donne migranti incontrano nell’accesso alla tecnologia, sostenendo così l’inclusione digitale. L’Istituto per la Ricerca sulle Politiche Femminili negli Stati Uniti ha pubblicato il “Progetto di Alfabetizzazione Digitale delle Donne Migranti”, che organizza corsi di formazione per aiutare le donne migranti a migliorare le loro competenze digitali e a superare le barriere di accesso alla tecnologia. Il programma Donne Connesse di GSMA, ha invece l’obiettivo di ridurre il divario di genere nel possesso di telefoni cellulari e nell’accesso a Internet.
Progetto di Apprendimento a Distanza e Centri di Informazione e Apprendimento
L’accesso alla tecnologia e la formazione sulle competenze digitali possono aiutare le donne migranti a partecipare pienamente alla società e all’economia digitale. MOAS ritiene che la diseguaglianza di genere nell’accesso alla tecnologia per le donne migranti sia un problema che richiede attenzione e azione. Affrontando gli ostacoli che incontrano e fornendo loro l’accesso alla tecnologia e alla formazione sulle competenze digitali, possiamo realizzare un futuro digitale più inclusivo e paritario. Per questo, il nostro progetto di Apprendimento a Distanza, ideato per sostenere gli studenti e le famiglie dei richiedenti asilo che risiedono nei centri di accoglienza a Malta, è stato utile non solo per i bambini – per rimanere al passo con i loro studi – ma ha anche offerto alle madri l’opportunità di accedere e utilizzare la tecnologia per frequentare i corsi e migliorare le proprie competenze. Inoltre, la prevista realizzazione di un Centro di informazione e apprendimento nei centri di accoglienza di Hal Far, aiuterà le donne residenti ad accedere a opportunità di istruzione, formazione e attività professionali, laboratori di scrittura di CV, supporto al lavoro e molto altro ancora.
Considerazioni finali
Crediamo che un approccio di genere all’innovazione, alla tecnologia e all’educazione digitale possa aumentare la consapevolezza delle donne e delle ragazze migranti riguardo ai loro diritti e al loro impegno civico. I progressi della tecnologia digitale offrono immense opportunità per affrontare le sfide umanitarie e per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Purtroppo, le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale rischiano anche di perpetuare gli attuali modelli di disuguaglianza di genere. Pertanto, la tecnologia e l’educazione digitale inclusive e trasformative sono fondamentali per un futuro sostenibile.
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