Il dramma della violenza di genere sulle donne migranti

A livello globale, una donna su tre ha subito violenza sessuale o di altro tipo ad opera dei propri partner, almeno una volta nella vita. Essere una donna migrante aumenta il rischio di  subire violenza di genere (GBV – gender-based violence. Ndt) nei paesi di origine, di transito, di arrivo e al proprio ritorno in patria.

Descrizione

Si definisce “violenza di genere” ogni atto dannoso perpetrato contro la volontà della persona e basato su differenze socialmente attribuite tra uomini e donne, radicato nelle diseguaglianze di genere. Mentre anche gli uomini e i ragazzi migranti sono vittime di violenze di genere, le donne e le ragazze migranti continuano a essere colpite in maniera sproporzionata da questo tipo di abuso.

In certe rotte migratorie il rischio di violenza contro le donne è particolarmente alto. In uno studio condotto con la collaborazione di persone migranti che hanno viaggiato attraverso le rotte del Mediterraneo, tra il Nord Africa e l’Italia, si è calcolato che il 90 per cento delle donne e ragazze che hanno preso parte allo studio, sono state violentate in qualche momento del viaggio.

Violenza di genere durante la migrazione

La violenza può essere sia un fattore che induce a migrare che un rischio della stessa migrazione. La minaccia o l’esperienza di violenza di genere può essere un motivo che spinge le donne e le ragazze a partire. Nel Corno d’Africa, ad esempio, le donne e le ragazze fuggono per evitare la violenza di genere e altre pratiche dannose come la mutilazione genitale femminile e il matrimonio infantile. Tuttavia, la decisione delle donne di migrare porta anche a maggiori rischi di violenza da parte di tutori, partner o membri della comunità che non sono d’accordo con la loro decisione. Inoltre, il viaggio che intraprendono le espone a una serie di fattori di rischio di violenza di genere (GBV).

Vittime dei criminali

La violenza contro le donne migranti avviene in tutte le fasi del processo di migrazione ed è commessa da una varietà di soggetti, tra cui contrabbandieri, trafficanti di esseri umani, autorità come polizia e guardie di frontiera, partner e altri migranti. I contrabbandieri sono i principali responsabili della violenza contro le donne e le ragazze migranti in tutto il mondo. Un sondaggio ha rivelato che lungo il corridoio di migrazione orientale e del Corno d’Africa i contrabbandieri erano responsabili del 90 per cento degli episodi di violenza di genere. Questi malviventi impongono tariffe esorbitanti alle persone migranti, con conseguente condizione di schiavitù dovuta al debito e  aumento del rischio di lavoro forzato e sfruttamento sessuale per le donne migranti.

Paura di denunciare

Le donne migranti hanno meno probabilità di segnalare casi di violenza di genere per paura di perdere il proprio lavoro, il partner o lo status di residenza. Quelle il cui status di residenza dipende dal loro partner sono ad alto rischio di violenza intima da parte dell partner e violenza domestica e non segnalano tale incidenza per timore di essere espulse.

Come rispondono le donne

In risposta a tali rischi alcune donne eritree che transitano attraverso la Libia nel loro percorso verso l’Europa Meridionale hanno preso precauzioni eccezionali, incluso il viaggiare quando sono incinte o con i figli minori, in uno sforzo volto a prevenire il rischio di subire violenza. Molte donne sposate che migrano attraverso il Nord Africa lo fanno separatamente dai propri mariti, poiché il tentativo del coniuge di intervenire durante le aggressioni potrebbe condurre a una tragedia.

Cosa bisogna fare?

Per affrontare e prevenire la violenza contro le donne migranti, dobbiamo lavorare per eliminare i fattori di rischio lungo i loro viaggi e garantire che la salute, la giustizia e i fornitori di servizi sociali siano formati sulle esigenze specifiche delle donne migranti.

L’aumento di rotte per la migrazione regolare è essenziale. Rotte sicure e legali consentono alle donne e alle ragazze di migrare in modo sicuro, offrendo loro una migliore protezione dei propri diritti umani e agevolando l’accesso alla protezione sociale e ai servizi pubblici.  Fornire l’accesso a percorsi migratori sicuri e regolari può inoltre eliminare la necessità di migrazione irregolare, incluso il ricorso ai servizi dei contrabbandieri, e prevenire lo sfruttamento, riducendo l’esposizione alla violenza di genere, incluso il traffico di esseri umani.

Conclusioni

Il drama della violenza di genere contro le donne migranti è un problema pressante a livello globale che richiede la nostra attenzione e azione. Le donne e le ragazze migranti affrontano rischi crescenti di violenza in ogni fase del loro viaggio. Dobbiamo lavorare insieme per aumentare la consapevolezza del rischio e formare funzionari e operatori per sostenere le donne migranti. È una questione di tutela dei diritti umani ed è una sfida che dobbiamo affrontare come comunità globale.

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