17 aprile 2020
Questo mese MOAS, a seguito dell’appello della Agency for the Welfare of Asylum Seekers (AWAS), ha lanciato una campagna per incoraggiare le sarte che si trovano a casa a creare 6600 mascherine per i 3300 richiedenti asilo e rifugiati ospitati a Malta.
Le mascherine costituiranno una misura preventiva adottata per i migranti che si trovano presso l’Hal Far Open Centre per favorire il rallentamento della diffusione del COVID-19. All’interno del centro, a causa del sovraffollamento e delle carenti condizioni igienico-sanitarie, le misure di distanziamento sociale e le altre precauzioni raccomandate contro il virus sono difficilmente applicabili.
Abbiamo accolto con entusiasmo la possibilità di offrire il nostro contributo a Malta e la risposta che in poche settimane abbiamo ricevuto da centinaia di sarte, famiglie, anziani in isolamento e persino studenti di moda che hanno manifestato la loro disponibilità a prendere parte a questa iniziativa offrendo il loro tempo per creare le mascherine da casa!
Il materiale necessario per la realizzazione delle mascherine è stato fornito dal MOAS e verrà distribuito durante la giornata nelle case dei 115 volontari grazie al generoso aiuto degli autisti di eCabs, una compagnia maltese di taxi.
L’organizzazione MOAS è estremamente grata per la disponibilità e la generosità di tutti coloro i quali hanno offerto il loro tempo e il loro sostegno in un periodo così difficile.
Ringraziamo anche il designer e stilista maltese Luke Azzopardi per aver collaborato con le proprie risorse a questo progetto nella realizzazione di un tutorial su YouTube in cui spiega come realizzare le mascherine.
Per richieste stampa scriveteci all’indirizzo [email protected]. Per saperne di più sul progetto e per sostenere il nostro lavoro inviate un’email a [email protected].
Informazioni su MOAS
Fondata dalla famiglia Catrambone a seguito del naufragio avvenuto nell’Ottobre del 2013 al largo dell’isola di Lampedusa nel quale persero la vita 368 persone, MOAS costituisce un modello per l’impegno della società civile nella lotta alle crisi umanitarie nel mondo.
Al momento del lancio della prima missione, nell’agosto 2014, MOAS è stata la prima organizzazione non governativa ad aver condotto un’operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. In tre anni abbiamo salvato e assistito più di 40.000 bambini, donne e uomini nel Mediterraneo centrale e nell’Egeo.
A seguito della sospensione delle operazioni SAR, avvenuta nell’agosto 2017, MOAS continua a monitorare la situazione in mare e a sostenere la creazione di vie sicure e legali per proteggere le persone disperate in fuga in cerca di pace e sicurezza. Nel dicembre 2017, in collaborazione con l’UNHCR, abbiamo organizzato una missione di evacuazione aerea per permettere a 74 persone vulnerabili di lasciare Libia per raggiungere in sicurezza il Niger.
Nel settembre 2017 ci siamo spostati in Bangladesh, dove abbiamo consegnato 40 tonnellate di aiuti umanitari per sostenere la risposta del governo a seguito del massiccio afflusso di rifugiati Rohingya in fuga dalle violenze subite in Myanmar. A Cox’s Bazar abbiamo creato due Aid Stations, centri di primo soccorso, per i campi profughi di Shamlapur e Unchiprang e per la comunità locale.
Alla fine del 2018 le Aid Stations MOAS avevano fornito cure e farmaci vitali a oltre 90.000 pazienti. Nell’aprile 2018, a seguito di alcuni tentativi da parte dei Rohingya di fuggire dal Myanmar via mare, abbiamo condotto per un mese una missione di osservazione nel Mare delle Andamane, attirando l’attenzione internazionale sulla necessità di una strategia coordinata di ricerca e salvataggio nella regione.
La nostra attuale missione in Bangladesh è ora focalizzata sui Flood and Water Safety Training destinati ai volontari Rohingya per la trasmissione di competenze relative ai pericoli della stagione monsonica. Mentre in Yemen, con il lancio della nostra nuova missione, stiamo fornendo farmaci salvavita e aiuti alimentari per la carestia e la malnutrizione alleviando le sofferenze e salvando vite umane.
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