La rotta del Mediterraneo Centrale e l’accordo tra EU e Tunisia sulla migrazione

Lo scorso luglio la Commissione Europea ha firmato un accordo con il Presidente della Tunisia Kaïs Saied, al fine di rafforzare le relazioni commerciali e ridurre le partenze delle persone migranti dal Paese verso l’Europa. Il Memorandum d’intesa  si fonda su cinque pilastri: stabilità macro-economica, commercio e investimenti, transizione energetica verde, contatti interpersonali e migrazione. L’accordo è considerato come la base del pacchetto di partenariato globale annunciato dall’UE e dalla Tunisia l’11 giugno 2023.

 

L’intesa

Nell’ambito dell’accordo, l’Unione Europea si impegna a fornire centinaia di milioni di euro alla Tunisia come supporto finanziario al paese, e a rafforzare la gestione delle frontiere con l’obiettivo di fermare il passaggio delle persone migranti nel Mediterraneo centrale. Dall’inizio del 2023, l’incremento degli sbarchi dalla Tunisia verso l’Italia ha allarmato i governi europei, in particolare l’Italia. Quest’anno, oltre il 50% delle partenze verso le coste italiane proviene dalla Tunisia, in contro tendenza rispetto agli anni precedenti in cui la Libia e’ stata il principale punto di partenza per attraversare il Mediterraneo centrale.

La Tunisia, come dichiarato nel Memorandum, rifiuta il ruolo di nazione di transito e intende gestire le proprie frontiere, non quelle europee. Nello stesso tempo, il governo tunisino ha concordato per una maggiore cooperazione nei rimpatri, ma solo per cittadini tunisini illegalmente presenti in Europa, e non per quelli provenienti da altri paesi, in particolare dall’Africa. Le concessioni offerte all’Italia contenute nell’accordo europeo sui rimpatri firmato l’8 giugno, con il quale il governo sperava di promuovere il trasferimento di cittadini provenienti da Paesi terzi in Paesi di transito – come la Tunisia – sono quindi sfumate. L’Unione Europea, da parte sua, si impegna a creare punti di ingresso regolari per dipendenti tunisini (Partenariati per talenti – Talent Partnerships), e potenziare il supporto a programmi di ricerca e scambio come Horizon ed Erasmus+.

 

Preoccupazioni per le violazioni dei diritti umani

In Tunisia, però, continuano i respingimenti collettivi di persone migranti, rifugiati e richiedenti asilo verso Libia e Algeria, con segnalazioni di pestaggi, uso eccessivo della forza, torture, arresti arbitrari e detenzioni.

Il Memorandum dovrebbe offrire un quadro giuridico che consenta agli Stati membri dell’UE di rimpatriare le persone migranti, sul modello dell’accordo raggiunto tra l’UE e la Turchia nel 2016. L’accordo mirava a fermare il flusso migratorio proveniente dalla Turchia verso l’Europa, e stabiliva che ogni nuovo migrante o richiedente asilo che arrivava in Grecia dalla Turchia, con richieste di asilo respinte, dovessero essere rimandati in Turchia. Allo stesso modo, la Commissione Europea, con il Fondo fiduciario di emergenza per l’Africa, ha investito oltre 175 milioni di euro in Libia, con il fine di fornire supporto tecnico e materiale al Paese per il controllo e la gestione delle frontiere. Questo in un quadro in cui le autorità continuano ad ignorare le condizioni deplorevoli in cui le persone migranti sono costrette a vivere, nonostante le innumerevoli denunce di abusi e torture perpetrate in molti centri di detenzione nel paese.

 

Aggiornamenti sul flusso migratorio nel Mediterraneo

La rotta del Mediterraneo centrale è una delle rotte principali intraprese dalle persone migranti e richiedenti asilo che partono dai Paesi dell’Africa settentrionale per raggiungere l’Europa, in particolare l’Italia o Malta.

Quest’anno, la Tunisia ha registrato un numero record di persone migranti partite per l’Europa, sostituendosi alla Libia come principale punto di partenza nel Nord Africa per migranti e rifugiati. Secondo i dati più recenti raccolti dall’Agenzia delle Nazioni Unite per le Migrazioni (IOM), nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 86.000 persone migranti. La maggioranza, secondo le autorità italiane, proviene dalla Tunisia, soprattutto dalla città costiera di Sfax.

 

La campagna MOAS per Vie Sicure e Legali

MOAS sostiene da tempo l’implementazione di Vie Sicure e Legali per i flussi migratori e l’attuazione di misure appropriate per garantire che le persone in fuga da guerre e violenze non siano costrette a intraprendere traversate rischiose che mettano a repentaglio la loro vita. MOAS invita inoltre i governi europei a istituire “voli della speranza”, come simbolo di compassione e dovere politico. In questo modo si eviterebbero rotte migratorie rischiose, salvando vite umane, rispettando i doveri internazionali nei confronti dei richiedenti asilo e controllando i flussi migratori per mantenere la sicurezza dell’Unione Europea e dei Paesi di reinsediamento.

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