L’impatto della guerra in Ucraina e del terremoto in Turchia e Siria sul contesto umanitario globale

Il conflitto in Ucraina e il terremoto in Siria e Turchia hanno messo a dura prova il sistema di aiuti umanitari sin dall’inizio del 2023. Si stima che 339 milioni di persone in tutto il mondo abbiano urgente bisogno di assistenza umanitaria. Ma per alcuni paesi – come Yemen e Somalia – questi eventi hanno ulteriormente deteriorato una situazione già gravissima, generando una crisi senza precedenti.

Impatti e conseguenze del conflitto in Ucraina

La guerra in Ucraina si protrae da più di un anno senza nessuno spiraglio per una risoluzione pacifica. Dall’inizio delle ostilità quasi il 30% della popolazione ucraina ha lasciato il paese. Secondo l’UNHCR attualmente si registrano oltre 8 milioni di rifugiati in tutta Europa, di cui quasi 6 milioni godono di Protezione Temporanea o di analoghi programmi di protezione gestiti dai paesi europei.

La guerra contribuisce a generare ulteriori effetti meno evidenti che riguardano paesi non direttamente coinvolti dal conflitto. Russia e Ucraina sono infatti i due maggiori fornitori di grano a livello mondiale e molti paesi dipendono dal loro commercio per i generi alimentari. I due paesi, da soli, nel 2019 hanno prodotto circa un quarto delle esportazioni di grano a livello mondiale. Le sanzioni dell’UE contro la Russia hanno quindi provocato un innalzamento dei prezzi per la produzione di beni e servizi, generando una crisi alimentare senza precedenti in tutta Europa ed aggravando fame e malnutrizione tra i paesi più vulnerabili del mondo. 

L’impossibilità nel continuare la produzione di grano ha sollevato serie preoccupazioni riguardo la sicurezza alimentare globale, rivelando l’incapacità a livello internazionale di sostituire le scorte provenienti da Ucraina e Russia. Dallo scoppio del conflitto l’Ucraina registra un calo sostanziale nelle sue esportazioni e i prezzi dei prodotti alimentari sono ancora superiori a quelli del 2021. Sebbene la guerra in Ucraina non abbia direttamente provocato la carestia, contribuisce però ad aggravare una crisi umanitaria già drammatica. Secondo il WFP, più di 345 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta. A causa della guerra e del relativo aumento dell’inflazione attualmente 4 milioni di bambini vivono in condizioni di povertà e nella regione dell’Europa e Asia Centrale (ECA) la povertà infantile è cresciuta del 19%.

Per dare un’idea dell’estensione della produzione di grano, nel 2021 la semina di colture primaverili ricopriva quasi 17 milioni di ettari, una superficie coltivata grande quanto la Repubblica Ceca e l’Austria. Nel 2022, a seguito della guerra, l’area adibita alla semina si è ridotta dell’83% scendendo a “soli” 2.8 milioni di ettari, una estensione simile al Belgio. Nonostante la rete di solidarietà portata avanti dall’UE in sostegno all’Ucraina, si prevede un ulteriore calo della produzione agricola e delle esportazioni. Prima dell’invasione russa, l’Ucraina era il primo esportatore mondiale di olio di semi di girasole (50%), il terzo di farro (18%), quarto per il mais (16%) e quinto per il grano (12%). Nel 2021 il mercato ucraino delle esportazioni di cereali valeva circa 12 miliardi di dollari e i principali destinatari erano paesi dell’Asia (58%), Africa (34%) ed Europa (6%). La diminuzione della produzione di questi alimenti durante il 2022 ha provocato un brusco innalzamento di prezzi a livello mondiale, contribuendo ad aggravare una insicurezza alimentare già ampiamente diffusa tra le regioni più povere del mondo.

Si stima che oltre 1 miliardo di persone – ovvero l’intera popolazione dei paesi più fragili e colpiti da conflitti – si trovi ad affrontare una crisi così grave da mettere in serio pericolo la loro vita. Per gestire la crisi alimentare e sostenere le comunità più vulnerabili, nel 2022 l’UE ha previsto un incremento dei fondi per scopi umanitari del 32% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra di 770 milioni di euro. Nello stesso tempo, nel 2021 il budget delle Nazioni Unite è diminuito del 2.8% rispetto al 2020. Mentre i fondi stanziati per l’assistenza umanitaria variano di anno in anno, i bisogni umanitari continuano a crescere esponenzialmente.

L’impatto del terremoto in Siria e Turchia sul contesto umanitario

Il violento terremoto che lo scorso febbraio ha provocato quasi 50 mila vittime e migliaia di sfollati tra Siria e Turchia, aggrava ulteriormente una crisi che si protrae da 12 anni di conflitto civile in Siria. 12 milioni di persone si trovano in condizioni di insicurezza alimentare e altre 2.9 milioni sono a rischio di malnutrizione acuta, con il 70% dell’intera popolazione che potrebbe non essere in grado di fornire cibo alle proprie famiglie. Ai 15 milioni di persone che avevano già bisogno di aiuti, se ne aggiungono altri 8.8 milioni a seguito del terremoto. Il bisogno di assistenza umanitaria in Siria ha raggiunto livelli altissimi; il terremoto ha profondamente deteriorato una situazione di grave crisi già in corso, sollevando particolare preoccupazione riguardo gli alti livelli di insicurezza sia alimentare che abitativa e causando danni ingenti, per un totale stimato di 5.2 miliardi di dollari. Ma fino al 27 aprile, il Piano Umanitario di Risposta per la Siria per il 2023 è stato finanziato solo per il 7.8%. Per l’Europa si traduce in un possibile rischio di una nuova ondata migratoria, estremamente difficile da gestire senza risorse adeguate e una seria cooperazione tra gli stati membri.

Considerazioni finali

La guerra in Ucraina, il terremoto in Siria e Turchia – ed ora l’escalation degli scontri in Sudan – hanno ulteriormente esacerbato una situazione economica, sociale ed umanitaria drammatica. Le richieste di aiuti hanno raggiunto livelli mai registrati prima d’ora; l’ONU stima che 17.6 milioni di persone, di cui più di 3 milioni di bambini, abbiano urgente bisogno di assistenza. Il quadro che emerge è drammatico e se non gestito potrebbe causare gravi effetti a lungo termine in moltissimi paesi.

MOAS continua la sua missione a sostegno delle comunità più colpite in tutto il mondo, con l’obiettivo di alleviare le sofferenze umane e dare speranza a chi ne ha bisogno. In Yemen e Somalia forniamo supplementi nutrizionali e salvavita per combattere la malnutrizione infantile, mentre in Ucraina operiamo con una missione medica di emergenza in prima linea. Inoltre, MOAS è impegnata nell’ambito della Riduzione del Rischio di Disastri (DRR) per rispondere ai problemi derivati da inondazioni e incendi nei campi profughi di tutto il mondo.

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