Esattamente un anno fa, MOAS lanciava la missione in sud-est asiatico per portare aiuti medici e umanitari ai rifugiati Rohingya giunti in Bangladesh dopo la fuga dal Myanmar. Leggi la dichiarazione della nostra co-fondatrice e direttrice Regina Catrambone.
Un anno è trascorso dal nostro arrivo in Bangladesh dopo il tragico esodo dei Rohingya in seguito a una nuova ondata di violenze e abusi in Myanmar.
A fine agosto 2017, avevamo deciso di sospendere la missione SAR nel Mediterraneo per non divenire parte di un meccanismo che punta solo alla diminuzione degli sbarchi in Europa. Avendo seguito sin dal 2015 gli spostamenti e le persecuzioni della minoranza etnica Rohingya, è stato spontaneo portare il nostro aiuto. Ancora una volta, l’appello di Papa Francesco, a prenderci cura degli “ultimi” e a non lasciar sola questa minoranza perseguitata, ci ha spinti a fare qualcosa di concreto.
Da allora, oltre 75.000 bambini, donne e uomini hanno usufruito della nostra assistenza medica gratuita e di qualità. Le nostre Aid Station hanno fornito cure sanitarie essenziali, assistito donne e uomini vittime di violenza e bambini che non avevano mai visto un dottore. Abbiamo partecipato alle campagne di vaccinazione in coordinamento con l’OMS e il governo bengalese, fronteggiando l’emergenza della stagione monsonica.
Abbiamo bisogno del tuo aiuto ora più che mai. Per sostenere il nostro lavoro, vai a www.moas.eu/it/donate.