MOAS si espande a livello globale grazie al larghissimo sostegno da parte dell’opinione pubblica

L’organizzazione lancerà missioni per il salvataggio di vite umane nel Mar Egeo, nel sud-est asiatico e nel Mediterraneo centrale.

Le imbarcazioni di salvataggio di MOAS nell’Egeo si chiameranno Aylan e Galip, i nomi dei due bambini le cui morti hanno scioccato il mondo lo scorso settembre

La M.Y. Phoenix arriva a Bangkok dove verrà sottoposta ad interventi di manutenzione prima dell’impiego nel sud-est asiatico

LA VALLETTA (10/11/15) – L’organizzazione di ricerca e salvataggio migranti MOAS (acronimo di Migrant Offshore Aid Station) lancerà una nuova missione nel Mar Egeo, che continua ad essere attraversato ogni settimana soprattutto da migliaia di rifugiati siriani a bordo di precarie imbarcazioni provenienti dalla Turchia alla volta della Grecia.

Con l’avvicinarsi della stagione invernale e visto l’aumentare delle percentuali delle vittime, MOAS posizionerà in acque greche la Topaz Responder, una nave da 51 metri appositamente realizzata per far fronte all’emergenza, con compiti di risposta rapida e pattugliamento.

A bordo della Topaz Responder ci saranno due imbarcazioni di salvataggio ad alta velocità, in grado di entrare rapidamente in azione o di eseguire operazioni di pattugliamento. Le due imbarcazioni verranno battezzate Aylan e Galip, in onore dei due bambini curdi le cui morti hanno scioccato il mondo lo scorso settembre.

MOAS (www.moas.eu) sta anche attuando una nuova operazione nel sud-est asiatico e sta rilanciando la sua missione nel Mediterraneo centrale, dove l’ONG ha salvato quasi 12.000 vite umane da agosto 2014.
L’annuncio è stato dato poco prima del vertice della Valletta in cui i leader dell’UE e dei Paesi africani stanno discutendo dell’emergenza immigrazione.

“Ci stiamo espandendo grazie al larghissimo sostegno che abbiamo ricevuto negli scorsi mesi da tutto il mondo. Ora stiamo programmando la nostra presenza lungo tutte le tre principali rotte seguite dai migranti. Ogni vita salvata è una prova del nostro impegno per tutti coloro che hanno contribuito a finanziare MOAS e a trasformarla nell’attuale ONG attiva a livello globale” ha dichiarato Christopher Catrambone, che ha fondato MOAS insieme alla moglie, Regina Catrambone.

“Tutte le missioni di MOAS saranno a sé stanti, viste le diverse realtà in ciascuna area operativa. Il filo conduttore è l’obiettivo comune a tutte le missioni, ovvero evitare l’aumento del numero di morti in mare. Collaboreremo con tutti gli attori coinvolti in ogni regione, come abbiamo fatto con successo nel Mediterraneo dal 2014” ha dichiarato Martin Xuereb, direttore di MOAS.

Secondo le stime, sarebbero già 500 le persone, inclusi numerosi bambini, annegate quest’anno nel tentativo di raggiungere le coste greche. Gli ufficiali che guidano i soccorsi sull’isola greca di Lesbo hanno recentemente avvertito che il bilancio delle vittime nell’Egeo orientale è destinato a salire se non vengono adottate misure urgenti.

Intanto, nel sud-est asiatico, si prevede che migliaia di persone prenderanno il mare, con l’inizio della stagione della navigazione.

MOAS, nata nel 2014, ha iniziato la sua opera come ONG di piccole dimensioni con un’unica imbarcazione, la M.Y. Phoenix, che finora ha salvato 11.685 persone da situazioni rischiose nel Mediterraneo centrale.

La M.Y. Phoenix arriverà domani a Bangkok dove verrà sottoposta ad interventi di riparazione e manutenzione, dopo i quali sarà pronta ad entrare in azione entro il 2016.

Per maggiori informazioni o per programmare un’intervista rivolgersi all’addetto stampa MOAS Christian Peregin, telefonando al numero +356 79241187
Video: https://www.youtube.com/watch?v=iqMLYiCLbe8
Fotografie: https://www.moas.eu/press-images/

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