Il Mare Mediterraneo, e le politiche che lo regolano, continua ad essere un ostacolo mortale per le persone migranti alla ricerca di salvezza o di una vita migliore in Europa. Il 2022 ha visto ancora una volta migliaia di vite perdute in mare mentre individui e famiglie intraprendono viaggi pericolosi per raggiungere le coste europee. Nonostante l’attuale crisi umanitaria, è stato fatto poco per individuare le cause alla radice della migrazione o provvedere #VieSicureELegali per colori i quali ricercano sicurezza e opportunità. Questo articolo esaminerà le statistiche migratorie nel mare Mediterraneo del 2022, con particolare attenzione alle rotte verso la Spagna: attraverso Ceuta e Melilla, e attraverso l’Oceano Atlantico fino alle Isole Canarie. Solo negli ultimi cinque anni 11.522 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Spagna.
Le rotte migratorie verso la Spagna
Ceuta e Melilla sono due piccole città enclavi spagnole localizzate sulle coste settentrionali del Marocco. La loro storia come territori spagnoli risale al periodo coloniale europeo: Melilla fu presa dagli Spagnoli nel 1497 e Ceuta dai Portoghesi, dai quali la Spagna la conquistò nel 1640. Oggi, Ceuta e Melilla, gli unici territori europei nel continente africano, continuano a causare tensioni politiche tra Spagna e Marocco. Nel 2022, almeno 225 persone migranti hanno raggiunto queste cittadine via mare e 2.210 via terra.
Nel 2015, dopo che l’Unione Europea è intervenuta per limitare il movimento di persone che viaggiano attraverso Libia e Turchia, i tentativi di raggiungere la Spagna dal Marocco hanno acquisito popolarità. Il percorso principale verso l’Europa è diventato quello della rotta Mediterranea Occidentale, che comprende le traversate attraverso il mare Mediterraneo fino alla penisola spagnola così come via terra per Ceuta e Melilla. Nel 2018, 64.298 richiedenti asilo hanno raggiunto la Spagna attraverso queste tratte, più del doppio dell’anno precedente. L’UE ha risposto fornendo al Marocco 148 million euro in pacchetti di aiuto, soldi che dovevano essere usati dal Paese africano per rafforzare la sicurezza del proprio confine, un piano a cui il Marocco ha aderito. Questo Paese è stato fortemente criticato per la sua gestione brutale del confine, orientata a contenere la migrazione dal suo territorio alla Spagna. Secondo gli osservatori dei diritti umani, le forze militari in Marocco hanno aumentato i loro attacchi contro le persone migranti. Si tratta di attacchi indiscriminati, basati sul profilo razziale e sistematicamente rivolti a bambini, donne in gravidanza e residenti regolari. Lo scorso giugno, circa 2.000 persone hanno tentato di valicare la recinzione di confine a Melilla. L’eccessivo uso della forza impiegato dagli organi di polizia è costato la vita a 23 richiedenti asilo, anche se i gruppi locali a sostegno dei diritti umani indicano che il numero reale sia di almeno 37 morti, dato che una dozzina di persone risulta ancora dispersa.
Dato l’aumento delle misure di sicurezza di confine in Ceuta e Melilla, nel 2020, una rotta migratoria alternativa dalla costa occidentale del Marocco verso le Isole Canarie ha acquisito popolarità: si sono registrate più di 23.000 traversate rispetto alle 2.000 dell’anno precedente. Questo percorso viene attualmente definito come la Rotta Atlantica o Nord-Ovest Africana, una traversata via mare estremamente pericolosa. In Marocco la parte più vicina all’arcipelago spagnolo è separata da più di 100 km. Molti, nonostante ciò, intraprendono viaggi da luoghi ancora più lontani, principalmente dal Sahara Occidentale, Senegal, Gambia e Mauritania, comprendendo distanze fino a 2500 km. Spesso le persone migranti trascorrono settimane in mare aperto, nonostante le loro imbarcazioni precarie non sono adatte ad affrontare le dure acque dell’Atlantico, portando così a numerosi naufragi nel corso degli anni. Da gennaio a settembre del 2022, si sono registrati 32 naufragi, causando la morte o la scomparsa di almeno 350 persone migranti., mentre dal 2021 le vittime sono oltre 1500. Dall’altra parte, 12506 migranti furono in grado di raggiungere vivi le isole tra gennaio e settembre 2022.
Ultimi dati nel Mediterraneo
La perdita drammatica di vite sulle rotte migratorie spagnole sfortunatamente non rappresenta un caso isolato. Lo scorso novembre, l’OIM ha annunciato un tragico “traguardo”: 50.000 persone a livello globale hanno perso le loro vite nelle tratte migratorie dal 2014, di cui almeno la metà è avvenuto sulle rotte verso e dentro l’Europa. I primi dati mostrano che, nel 2022, 1.940 migranti sono scomparsi nel Mediterraneo, di cui 1.377 solo nel Mediterraneo centrale.
L’urgenza di Vie Sicure e Legali
Entrambe le rotte Atlantiche e Mediterranea sono altamente pericolose. Innanzitutto, il viaggio è tipicamente intrapreso con imbarcazioni sovraffollate e insicure che non sono adeguatamente equipaggiate per il mare aperto. Le potenti correnti e i venti forti sono difficili da navigare anche per i più esperti marinai. Molte delle persone migranti non sono abituate al mare o hanno molta poca esperienza con la navigazione, e ciò li rende più vulnerabili in caso di incidenti e annegamento.
I devastanti dati qui presentati evidenziano il bisogno urgente di stabilire Vie Sicure E Legali così che le persone non rischino più le loro vite per raggiungere la salvezza. Non possiamo dimenticare che dietro ogni numero c’è una vita umana e una battaglia per un futuro migliore.
Firma la nostra petizione oggi.
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