Come rappresentare il difficile percorso migratorio, tanto complesso per alcune persone ? Questa è la sfida che Duncan Rudd ha affrontato nel creare il film animato ‘The Path’, una storia che conduce lo spettatore attraverso le sensazioni di incertezza e paura che le persone migranti affrontano durante il loro viaggio verso la salvezza, e che sottolinea l’importanza della riunificazione familiare. La vicenda si snoda attraverso un paesaggio marino pieno di ombre in agguato e mostri marini, che suggeriscono un’esperienza astratta di vulnerabilità. Il regista Duncan Rudd spiega il processo creativo e le sue idee nella realizzazione del film:
Da dove hai preso ispirazione?
Ci sono alcuni studi di animazione che hanno recentemente completato progetti a sostegno delle organizzazioni di beneficenza e di sensibilizzazione del pubblico intorno a determinate campagne. In particolare, il film di Blue Zoo ‘Sinking Feeling’ per Papyrus è stata una grande fonte di ispirazione per ‘The Path’. Anche la fotografia delle sculture subacquee di Jason de Caires Taylor al Museo Atlantico è stata tremendamente stimolante.
Quanto dura il processo e cosa ha comportato la creazione del film?
Dall’inizio alla conclusione del progetto ci sono voluti tre mesi e mezzo ed è stato completato durante la sera e nei fine settimana, mentre seguivo altri lavori. Inizialmente sono stato contattato da Sarah Ritchie dello Studio Treble, che ha invitato gli artisti locali a contribuire con un lavoro sul tema della riunificazione familiare per sostenere il lavoro di MOAS durante la settimana dei rifugiati.
Il mio istinto immediato è sempre verso l’animazione e il design dell’immagine in movimento, ma è divenuto subito evidente che ciò che avevo in mente non sarebbe potuto essere realizzato in un mese. Ho quindi deciso di creare uno storyboard animato montato in una rappresentazione del film e alcuni fotogrammi di qualche scena chiave.
Con la scadenza iniziale rispettata, ho trascorso i successivi due mesi costruendo i personaggi e gli ambienti CG e animando il film con l’aiuto di un altro animatore, John Hedley.
Uno delle altre presentazioni della settimana dei rifugiati era una ninna nanna cantata da Valentina Santolini, Giulia Cosentino, e Blanche Lacoste, che lavorano per Studio Treble. Max Brodie, che gentilmente ha accettato di comporre la colonna sonora per il film e amato l’idea di incorporare questo pezzo, ha creato una bellissima colonna sonora.
Perché hai voluto creare un’opera per MOAS e in che modo è diversa dai tuoi altri progetti?
Molto del mio lavoro professionale è nel settore della pubblicità e, mentre fornisce ampie opportunità per la creatività, a volte può sembrare un po’ superficiale.
Per i miei progetti personali cerco di fare film che veicolino qualche messaggio etico o ambientale. L’animazione è un mezzo meraviglioso attraverso il quale esplorare concetti stimolanti e raggiungere un vasto pubblico.
La storia e la mission di MOAS sono stati l’occasione perfetta per applicare tutto quello che ho imparato sulla narrazione visiva a sostegno di una causa umanitaria straordinaria.
Come sei arrivato a capire il processo di migrazione e quali strumenti hai usato per presentarlo in modo così sfumato e astratto?
Devo essere totalmente onesto: non credo di capire appieno il processo di migrazione. Non sono sicuro che chiunque non abbia effettivamente affrontato la terrificante decisione di lasciare la propria casa in cerca di rifugio possa comprendere cosa si provi durannte quell’esperienza.
Ho scelto di concentrarmi sulla creazione di un senso astratto di vulnerabilità. Quando ho parlato con lo staff del MOAS, è emerso che la paura e l’ansia dell’ignoto sono le emozioni prevalenti provate dalle persone migranti che cercano di aiutare.
L’ambientazione subacquea ha un duplice scopo nella storia. Pone le persone migranti in viaggio letteralmente fuori dal loro elemento. L’acqua offusca i sensi, la visibilità è ridotta e distorta, le voci sono negate e il movimento è limitato. Creature sinistre e minacciose sono in agguato nel buio. Ciò conferisce al film una sensazione claustrofobica e aumenta la vulnerabilità del personaggio principale.
L’acqua ha anche lo scopo di rendere omaggio alle molte persone migranti che hanno perso la vita durante traversate pericolose in cerca di salvezza.
Perché hai scelto questo argomento da esplorare?
Non appena ho letto il dossier dello Studio Treble, le immagini e le idee hanno iniziato immediatamente a inondare i miei pensieri. Onestamente, la struttura principale del film è stata scritta in un paio d’ore. All’inizio ero preoccupato di non avere il diritto di commentare un argomento così lontano dalla mia esperienza, ma, dopo aver consultato sia Studio Treble che MOAS, mi è sembrato che il progetto fosse abbastanza flessibile da permettere a chiunque di proiettare le proprie esperienze di paura e speranza sul personaggio principale del film.
Quale volevi fosse il messaggio centrale del tuo lavoro?
Lo scopo del progetto di MOAS era quello di evidenziare l’esistenza di vie sicure e legali’, attraverso cui le persone migranti possono ridurre i rischi di sfruttamento e la separazione dei gruppi familiari, insiti nei passaggi non regolari. Inoltre, ho voluto cercare di trasmettere l’immenso coraggio che ci vuole per intraprendere un viaggio di questo tipo ed evidenziare la vulnerabilità delle persone migranti, sottoposte a sfruttamento e esposte anche alle forze della natura.
Hai qualche progetto entusiasmante di cui vorresti parlare al nostro pubblico?
Attualmente ho un cortometraggio d’animazione in produzione e un paio di sceneggiature per le quali sto cercando finanziamenti. Ulteriori dettagli sul mio lavoro si possono trovare su 3drstudio.co.uk
Un messaggio da MOAS:
Speriamo che la rappresentazione di Duncan porti consapevolezza in merito alle esperienze uniche e complesse vissute dalle persone migranti. Duncan si è dedicato a questo progetto, e ha fatto di tutto per comunicare il nostro messaggio in un modo davvero commovente, emozionante e unico.
Ogni vita è importante, ogni identità è unica e ogni dato statistico è un essere umano. Le notizie sensazionalistiche possono portare un generale senso di stanchezza, poiché ci sentiamo incapaci di contribuire a cambiare la storia e i risultati: unendovi alla nostra campagna per #VieSicureELegali, potete aiutare MOAS a raccontare un tipo diverso di storia – in cui ogni vita ha valore- mentre chiediamo percorsi sicuri e legali.
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(Traduzione di Alessandra Sisti)