Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da una crescita drammatica di sfollati e rifugiati in tutto il mondo. I modelli e le rotte migratorie si moltiplicano a causa delle crisi globali, che agiscono da moltiplicatore di vulnerabilità per milioni di persone. Nel 2020, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il numero dei migranti ha raggiunto i 280 milioni di persone, pari al 3,60% della popolazione mondiale e le cifre sono in aumento. Le guerre regionali, conflitti interni, i cambiamenti climatici e l’aumento di migranti economici necessitano un urgente risposta globale e da parte dell’UE.
La policrisi spinge milioni di persone a lasciare le proprie case
Le interconnessioni tra crisi locali e internazionali, nonché il numero di crisi umanitarie a livello globale, hanno un impatto crescente su un numero sempre maggiore di persone, e segnano un punto di svolta per l’Unione europea in tema di migrazioni. Gli squilibri economici e sociali, i drammatici cambiamenti nei modelli climatici, il rimodellamento geopolitico di intere regioni e l’uso da parte di attori statali delle migrazioni come arma di ricatto confermano la tendenza. Il 2022 ha registrato un aumento del 64% di attraversamento irregolare delle frontiere da parte degli Stati membri dell’UE e un aumento del 58% delle domande di richiedenti asilo. Secondo i dati forniti dalle organizzazioni internazionali, non ci sono segnali di un’inversione di tendenza nel corso del 2023, con l’UE che rimarrà al primo posto come destinazione primaria per i migranti.
Un revival dei Balcani occidentali e delle rotte migratorie del Mediterraneo
I migranti in transito dalla rotta dei Balcani e dalla rotta del Mediterraneo centrale hanno registrato il 75% di tutti i rilevamenti di valichi di frontiera verso l’UE durante il 2022. La crescente instabilità, i conflitti e le ricadute economiche in molti paesi a basso e medio reddito in seguito alla pandemia hanno spinto molte persone migranti verso la zona Schengen, aumentando la pressione migratoria. L’allentamento delle regole di ingresso in Tunisia e Libia hanno anche determinato una crescita massiccia delle rotte migratorie in partenza da queste due rotte.
Gli effetti di lungo periodo della pandemia nei paesi a basso reddito
L’aumento del costo della vita e l’aumento dei prezzi nella catena di approvvigionamento alimentare globale hanno causato un senso di insicurezza in molte nazioni, portando ad un aumento dei flussi migratori. Dopo la guerra in Ucraina, i paesi di tutto il mondo hanno sperimentato una crescita vertiginosa del prezzo del cibo e dell’energia, lasciando molti in uno stato di povertà. La comunità internazionale e l’UE dovrebbero concentrarsi sul sostegno ai paesi più colpiti dall’aumento dei costi di prima necessita’ attraverso l’implementazione della produzione alimentare e del settore agricolo. L’obiettivo è aiutare le nazioni ad essere più resilienti ai cambiamenti improvvisi del mercato internazionale come fattore essenziale per ridurre le migrazione nel 2023.
Una nuova ondata di profughi dall’Ucraina
Un anno dopo le operazioni militari russe in Ucraina, 7,9 milioni di ucraini sono fuggiti in Europa e 4,9 milioni si sono registrati per la protezione temporanea o programmi simili nell’UE. L’attacco al sistema energetico ucraino da parte dell’esercito russo ha colpito 18 milioni di ucraini che ora sono a rischio e che hanno urgente bisogno di sostegno umanitario. Sebbene pochi abbiano lasciato il Paese, il picco di violenza potrebbe portare, secondo diversi scenari, a una nuova ondata di rifugiati che potrebbe variare da 500.000 a un picco di 4 milioni di persone nel 2023.
Affrontare la strumentalizzazione della migrazione da parte di paesi terzi
Nel 2023, l’UE dovrà affrontare i tentativi di strumentalizzare i migranti come mezzo di aggressione ibrida. Come sottolineato dall’ultimo rapporto dell’ICMPD, con una mossa che susciterà preoccupazioni sulla migrazione europea, il governo russo ha recentemente annunciato che aumenterà il numero di voli dal Nord Africa e dal Medio Oriente verso l’enclave russa di Kaliningrad, al confine con la Polonia. Di conseguenza, e’ prevedibile un aumento dei migranti che tenteranno di entrare nell’UE da una rotta diversa piuttosto che dai tipici punti di attraversamento, come già visto durante la crisi tra Bielorussia e Polonia.
L’implementazione di #SafeAndLegalRoutes per gestire il fenomeno migratorio
A seguito del previsto aumento dei flussi migratori, diventa sempre più chiaro che l’attuale approccio alla gestione della migrazione attraverso il controllo delle frontiere ed i respingimenti non è una soluzione sostenibile o etica. Per affrontare questo problema, le istituzioni dell’UE e gli Stati membri devono istituire un sistema di #SafeAndLegalRoutes, che consenta alle persone che risiedono nelle regioni colpite da crisi umanitarie di raggiungere i paesi di destinazione in sicurezza e senza mettere a rischio la propria vita. MOAS sta promuovendo attivamente questa visione attraverso la nostra campagna #SafeandLegalRoutes, che sottolinea la necessità di percorsi di migrazione sicuri e legali, come corridoi umanitari, visti per studenti, medici e umanitari e sponsorizzazioni private. La gestione della migrazione globale è una sfida complessa e controversa che non può essere efficacemente affrontata entro i confini del sistema attuale. Pertanto, è imperativo adottare un quadro più completo e incentrato sull’uomo di #SafeAndLegalRoutes. Ciò salverebbe vite umane e fornirebbe maggiore protezione e dignità ai migranti nella loro ricerca della sicurezza o di una vita migliore.
Per sostenere la campagna di MOAS per percorsi sicuri e legali, iscriviti subito alla nostra petizione online: https://www.moas.eu/safe-and-legal-routes/
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