Vite spezzate: l’impatto della guerra sulle famiglie ucraine

La guerra in Ucraina ha scatenato una crisi umanitaria devastante, che ha lacerato la vita di milioni di famiglie. Dagli orrori dello sfollamento alla perdita della normalità della vita quotidiana, il conflitto ha gettato una lunga ombra sull’intera società ucraina.

Il primo impatto, quello più immediato, è stato lo spostamento di massa di una parte della popolazione. Milioni di persone sono fuggite dalle loro case, cercando protezione nei Paesi vicini o in aree più sicure all’interno dell’Ucraina. Una migrazione forzata che spesso divide le famiglie, con gli uomini che rimangono a combattere, mentre le donne e i bambini intraprendono viaggi pericolosi. Dopo due anni dall’inizio del conflitto, oltre 10.000 ucraini hanno perso la vita. 5 milioni di ucraini sono sfollati interni e 6 milioni sono fuggiti in tutta Europa. Oggi, più di un ucraino su tre è sfollato. Le donne e i bambini, che costituiscono la stragrande maggioranza dei rifugiati in fuga dalla guerra, sono esposti a maggiori rischi di violenza di genere e sfruttamento sessuale. Molti di coloro che cercano di tornare a casa sono costretti ad affrontare immense sfide per ricostruire le loro vite, trovando le loro case distrutte. L’incertezza del futuro e i traumi subiti lasciano cicatrici profonde.

Anche per chi rimane nel Paese, la vita è molto complicata. La guerra ha fatto sprofondare quasi un quarto della popolazione ucraina nella povertà. L’insicurezza alimentare è crescente e colpisce circa una famiglia su cinque. Più le famiglie vivono vicino ai combattimenti, più complicata diventa la sfida per accedere al cibo e per cucinarlo.

A causa della guerra, molti ucraini vivono in case danneggiate o in edifici non attrezzati per l’inverno e per le temperature gelide. Particolarmente vulnerabili sono gli anziani e le persone con disabilità, che potrebbero non essere in grado di fuggire da queste aree pericolose.

Il conflitto ha anche paralizzato il settore agricolo ucraino, con circa il 6,5-8,5% dei terreni agricoli incolti. Le mine antiuomo sporcano i campi e i macchinari agricoli giacciono distrutti, costringendo molti piccoli agricoltori ad abbandonare o ridurre significativamente le loro attività.

Secondo l’OMS sono stati documentati “1552 attacchi che hanno colpito ospedali, operatori sanitari, forniture, strutture, magazzini e trasporti, comprese le ambulanze“, lasciando le famiglie in difficoltà nell’accesso all’assistenza sanitaria essenziale. Anche le scuole sono diventate bersagli: più di 3800 scuole sono state danneggiate o distrutte, lasciando i bambini senza istruzione. Questa mancanza di accesso all’istruzione minaccia il futuro di una generazione. La distruzione delle infrastrutture interrompe l’accesso ai beni di prima necessità come acqua, elettricità e cibo, costringendo le famiglie a vivere in circostanze precarie.

Impatto psicologico del conflitto

L’impatto psicologico della guerra è profondo. I bambini assistono alla violenza e provano una paura inimmaginabile. La costante minaccia di bombardamenti e raid aerei disturba il sonno, distrugge il loro senso di sicurezza e può portare ad ansia e traumi a lungo termine. I genitori sono alle prese con il difficile compito di mantenere le loro famiglie al sicuro e fornire una parvenza di normalità in mezzo al caos.

Per le famiglie che hanno perso i propri cari nel conflitto, il dolore è inconsolabile. La guerra ha creato una generazione di orfani. L’onere finanziario della cura di questi bambini ricade sulle famiglie allargate che stanno lottando per sopravvivere.

La guerra ha anche esacerbato le disuguaglianze esistenti. Le donne sono spesso le uniche a prendersi cura dei loro figli in assenza dei mariti. Inoltre, le famiglie con membri disabili lottano per accedere alle cure e al supporto di cui hanno bisogno durante lo sfollamento e in un sistema sanitario sotto pressione.

Resilienza e speranza

Nonostante le immense sfide, le famiglie ucraine dimostrano un’incredibile resilienza. Hanno formato reti di supporto per provvedere ai bisogni degli altri, con le comunità che si riuniscono per condividere risorse e offrire supporto emotivo. L’incrollabile determinazione a ricostruire le loro vite e a riunire le famiglie alimenta la loro forza.

È quello che hanno fatto Nataliia, Vita, Inna, Oleksii, Myron, e tutti coloro i quali si sono uniti, con molto coraggio, al team MOAS in Ucraina. Nataliia non riesce a vedere suo figlio molto spesso, la sua attività di medico in prima linea non glielo permette; Vita ha detto al marito che sarebbe tornata a casa dopo 20 giorni e invece continuare a svolgere la sua missione sulle ambulanze MOAS; Inna ha momentaneamente interrotto il progetto di mettere su famiglia e ed è partita per salvare i suoi concittadini. Sono persone che, dall’oggi al domani, hanno perso le consuete abitudini quotidiane, per mettersi al servizio degli altri e salvare vite umane, invece di restare inermi davanti alla guerra.

Considerazioni finali

Il conflitto in Ucraina ci ricorda, ancora una volta, l’impatto devastante delle guerre sulle famiglie. Comprendendo le molteplici sfide che ciascun nucleo famigliare deve affrontare, possiamo sostenerli nell’affrontare la crisi e ricostruire le loro vite distrutte.

 

 

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